L’enrosadira è il termine che descrive un meraviglioso fenomeno naturale, ovvero il colore violaceo che si forma nelle Dolomiti al tramonto. Ma come si verifica tale fenomeno? Andiamo a scoprirlo!
Come si verifica il fenomeno del colore violaceo delle Dolomiti al tramonto
Il fenomeno dell’enrosadira si vede con estrema facilità nelle sere estive in cui il crepuscolo dura di più rispetto agli altri periodi dell’anno, specialmente nelle serate in cui l’aria è limpida. Esso varia molto in base ai fenomeni meteorologici, ai diversi periodi dell’anno o semplicemente da un giorno a un altro. La sfumatura del cielo, dunque, può essere dal rosa al viola, passando per l’arancione. Le variazioni che vediamo nel corso di questo fenomeno in termini di durata e di variazioni dipendono, oltre che dalle condizioni dell’atmosfera, anche dalla posizione del sole durante i vari mesi dell’anno. Il punto da cui è possibile vedere il fenomeno in maniera migliore è quello delle Dolomiti rivolte a Est all’alba mentre, durante il tramonto, le pareti rivolte verso Ovest sono quelle interessate dal fenomeno.
Le pareti delle Dolomiti sono composte dalla dolomia contenente dolomite, ovvero un insieme di magnesio e carbonato di calcio, che favorisce il verificarsi del fenomeno per via delle riflettività delle montagne stesse. Nonostante l’enrosadira sia un fenomeno tipico delle Dolomiti, ce ne sono altri simili che avvengono sul Gran Sasso o sugli altopiani del Supramonte, in Sardegna.
La leggenda del colore violaceo sulle Dolomiti
Quella che abbiamo appena presentato è la spiegazione scientifica del fenomeno dell’enrosadira, ma, come spesso accade in questi casi, anche il folklore popolare vuole la sua parte ed ecco che, secondo la leggenda di Re Laurino, il motivo per cui le pareti delle Dolomiti si tingono di questi meravigliosi colori è molto suggestivo. Re Laurino era a capo dei nani che vivevano sul Catinaccio, in un meraviglioso giardino ricco di rose. E sono state proprio le rose a catturare l’attenzione del principe di Latemar che, per tale motivo, entrò nel regno appartenente al Re Laurino. Fu lì che il principe vide la figlia del Re, Laurina, e, innamoratosi di lei, la rapì per poterla sposare. Re Laurino non prese bene la notizia dell’accaduto e scagliò la sua rabbia contro il giardino di rose, colpevole di aver in qualche modo attirato lì il principe del Latemar. Il Re, quindi, fece modo che nessun occhio umano potesse mai più posarsi sul suo regno, né di notte né di giorno. Nell’ira e nella fretta nel creare questo incantesimo, il Re dimenticò sia l’alba sia il tramonto ed ecco che, ai giorni nostri, in questi due momenti della giornata possiamo ancora vedere i colori del regno di Re Laurino.