La rivalutazione terreni 2022 è prorogata fino al 15 novembre 2022. L’oggetto della rivalutazione sono sia i terreni agricoli, sia quelli edificabili.
Il 21 aprile 2022 è stato approvato il Decreto Energia, DL 17/2022, che prorogherebbe fino al 15 novembre (la precedente scadenza era il 15 giugno) il termine per la rivalutazione fiscale dei terreni.
I soggetti dell’agevolazione sono le persone fisiche, e l’oggetto del decreto sono i terreni sia agricoli, sia edificabili. I terreni devono essere posseduti alla data del 1 gennaio 2022.
Pertanto, i soggetti in riferimento hanno termini più ampi per effettuare la rivalutazione fiscale del terreno. Il contribuente dovrà richiedere una perizia del proprio terreno, che dovrà essere redatta da un professionista abilitato, sia esso un commercialista, un ingegnere, un agente immobiliare, ecc., per individuare l’effettivo valore del terreno in oggetto.
Il valore serve per effettuare il versamento dell’imposta sostitutiva pari al 14% del valore risultante dalla perizia.
L’imposta dovrà essere versata tramite modello F24 entro e non oltre il 15 novembre 2022.
Rivalutazione terreni: di cosa si tratta
I soggetti che sono in possesso di un terreno, sia esso edificabile o agricolo, dovranno provvedere al versamento dell’imposta sostitutiva entro il 15 novembre 2022.
Far rivalutare un terreno, significa effettuare una perizia dello stesso, al fine di identificare il valore di un dato terreno o immobile.
La rivalutazione di un terreno è, in pratica, un ricalcolo del valore fiscale del proprio terreno, al fine di allineare il valore con quelli attuali. Se questo risulterà inferiore al valore precedente, il contraente potrà beneficiare di un’imposta sostitutiva inferiore rispetto a quella dell’anno precedente.
Cosa succede facendo rivalutare il proprio terreno
Ogni anno chi possiede un terreno, sia esso agricolo o edificabile, deve effettuare un versamento di imposta sostitutiva pari al 14% del valore del proprio terreno.
Il 14% si riferisce all’ultimo valore del terreno dichiarato in fase di dichiarazione dei redditi. La rivalutazione non è obbligatoria, e se questa non viene eseguita, il contraente pagherà l’imposta relativa al valore dell’ultima perizia fatta sul terreno.
Va comunque considerato che, nel tempo, un terreno potrebbe perdere il suo valore. In questo caso, il soggetto pagherebbe un’imposta più alta di quella realmente dovuta.
Tuttavia, se il terreno è in vendita, in seguito alla perizia, potrebbe vedere il suo valore ridotto, e quindi il soggetto ridurrebbe il guadagno generato dalla vendita di questo terreno.
Lo scopo della rivalutazione, appunto, è quello di pareggiare il valore di vendita, con quello effettivo del terreno evitando quindi di generare una plusvalenza, e di ridurre di conseguenza il carico fiscale da pagare.