Come gestire la batteria sugli smartphone

Viene chiamata nomofobia e corrisponde a quel fondato timore di non riuscire a utilizzare il web o che, perlomeno, non si possa usare nemmeno una funzione del proprio smartphone. Spesso e volentieri, si tratta di una preoccupazione che va a colpire tutti quegli utenti che si trovano tante volte con una batteria del telefono scarica o quasi.

Al giorno d’oggi, ormai, gli smartphone vengono utilizzati per qualsiasi attività, come se fossero dei veri e propri computer portatili. D’altro canto, vengono realizzati modelli sempre più efficienti e performanti anche, ad esempio, per giocare direttamente online. Quest’ultimo settore, tra l’altro, è cresciuto in misura incredibile, grazie all’impulso di tante piattaforme che sono sempre più sicure e affidabili: i casino online dal vivo, infatti, sono facilmente raggiungibili anche da smartphone o tablet, con la possibilità di giocare, puntare e divertirsi praticamente ovunque ci si trovi.

I migliori accorgimenti per non rimanere senza batteria

Siccome si tratta di un problema che va a colpire tantissime persone, il consiglio migliore da seguire è quello di prestare attenzione a qualche accorgimento che può dare una mano a mantenere la batteria del proprio dispositivi mobile in “vita” per un tempo maggiore. E si tratta di suggerimenti che sono legati sia al punto di vista software che hardware.

Un primo suggerimento piuttosto interessante è quello di mantenere lo stato della batteria sempre compreso tra il 20 e l’80%. In poche parole, cercate di non ridurvi troppo spesso a trascinarlo sotto il 20% di batteria, così come non si dovrebbe caricare sempre del tutto. In modo particolare, nel momento in cui il device presenta una carica sotto al 15%, ecco la batteria va a soffrirne notevolmente e ciò incide pure sulla durabilità nel tempo.

Non solo: nel momento in cui lo smartphone si trova sotto carica, non usatelo. Infatti, le prestazioni tendono ad aumentare se lo schermo resta spento nel corso del processo di ricarica. Fondamentale, tra l’altro, anche evitare di staccare di continuo e riattaccare il cellulare al cavo di ricarica.

La prima ricarica e la temperatura

Sono in tanti a sostenere come la prima ricarica, nel momento in cui si acquista un nuovo modello, debba essere pari ad almeno 12 ore. Ebbene, ormai è una convinzione che deve essere superata. Dal momento in cui le batterie vengono realizzate agli ioni di Litio, ed è una regola che ormai vale per quasi tutti gli smartphone, non serve una ricarica così lunga, ma è sufficiente una ricarica assolutamente normale.

Un altro elemento da tenere sempre a mente quando si carica un device mobile del genere è la temperatura. Un altro consiglio ottimale a cui dare retta è quello di non ricaricarlo collocandolo in una posizione esposta al sole. Stesso discorso quando è stato utilizzato in maniera intensa, che ha fatto in modo che il dispositivo si surriscaldasse.

Attenzione anche ai cavi che vengono usati, così come alla ricarica WiFi. Per evitare di apportare dei danni alla batteria del proprio device mobile, è fondamentale impiegare solamente cavi, così come alimentatori che siano originali. Se fossero, invece, di qualità bassa, c’è il rischio che si vada a condizionare, in negativo, il processo di ricarica.

Stesso discorso in riferimento alla modalità di ricarica WiFi, che non è certamente una manna dal cielo per la salute di uno smartphone. Si tratta, indubbiamente, di una tecnologia che è cresciuta in misura esponenziale nel corso degli ultimi anni e, al giorno d’oggi, sono state proposte delle soluzioni decisamente efficienti. Detto questo, però, è molto meglio accertarsi che base e smartphone combacino in modo impeccabile, altrimenti questa modalità di ricarica potrebbe comportare dei notevoli problemi di surriscaldamento.