Zen significato: storia, interpretazione e curiosità

In certe occasioni, per stare bene con il fisico e le mente, non è indispensabile uscire a divertirsi con gli amici, spendere soldi con lo shopping oppure viaggiare in posti lontani.

Queste cose si possono fare sì, ma se una persona ha bisogno di rilassare corpo e mente allora niente è più importante che fare attività Zen, per molti può sembrare una cosa inutile invece non è così.

Lo Zen è un’arte molto antica e specializzata nel benessere delle persona prima con la mente, perché la persona inizia a scavare dentro a se stessa, e sia con il corpo perché lo aiuta a rilassarsi.

Scopriamo di più sulle origini antiche e perché fa così bene.

Storia

Ritrovato su uno scritto giapponese, Zen significa semplicemente meditare, riflettere e pensare.
Questo pensiero ha origine da un’antica cultura indiana, anche in India si pratica il Buddismo e dalla posizione in cui viene spesso raffigurato il Buddah si può capire come lo Zen aiuto lo spirito internamente e da una sensazione di pace perché si lascia alle spalle ogni pensiero e ogni desiderio materiale per abbracciare la pace in noi.

Ovviamente non si arriva subito a questa pace interiore, ma bisogna concentrarsi ogni giorno per molte ore, non dobbiamo cadere in varie tentazioni negative come attacchi di rabbia, quando si medita bisogna solo avere un pensiero neutro, solo così si può avanzare di fase fino a quella più alta chiamata Unione con Dio.

Durante il V secolo un monaco indiano arrivò in Cina per poter istruire nuovi allievi, la parola Zen cambiò nome in Ch’an, inoltre ebbe un grande riscontro di allievi che, una volta diventati a loro volta maestri, tramandarono questo insegnamento puro con altre persone spargendosi a macchia d’olio.
Ma come divenne la parola Ch’an a Zen? È preso detto.

Durante il XIII secolo un monaco giapponese, chiamato Dogen, durante un soggiorno in Cina, imparò l’arte del Ch’an, capì l’importanza di questa disciplina antica e tornò in Giappone per poter istruire a sua volta allievi e facendogli apprendere la pace interiore.

Interpretazione

L’unica differenza che c’è tra il Ch’an cinese e lo Zen giapponese è che il primo è una “fuga” dal mondo per rifugiarsi in quello interiore e cercare il Buddha con la meditazione, il secondo invece offre questo importante sapere al servizio della società, e permette il comportamento corretto delle persone.
Molti curiosi si interessano di questa disciplina non solo per imparare le pratiche ma perché vogliono provare a sentire questa pace di cui in molti parlano e ne traggono molti benefici, spesso non sanno che il cammino da fare è molto più lungo del previsto.

Come scritto prima, bisogna superare una serie di fasi sia di pensiero che materiali, abbandonarsi proprio a se stessi e concentrarsi per poter meditare in pace.
Inoltre è utile anche cambiare comportamento anche con le altre persone, entrare più in empatia con loro ed aiutarli ad apprezzare di più il dono della vita.
Lo Zen, se praticato regolarmente e seguendo molte regole che sono servite negli anni per apprendere questa pratica, si arriva piano piano ad avere una nuova consapevolezza dia di se stessi che del proprio essere.

Il pensiero razionale lascia libero spazio alla creatività e alla pace, lo Zen è anche questo, uno stimolo maggiore del nostro cervello e risveglia nelle persone molti pensieri positivi.

Curiosità

Data la forte curiosità, e anche grazie ai vari pellegrinaggi fatti dai vari maestri, lo Zen si è diffuso in tutto il mondo, e se non lui, i suoi oggetti per trovare un po’ di rilassamento per la mente come i famosi giardini Zen: scatolette di medie dimensioni in cui rappresenta un giardino orientale con un piccolo motore che serve per far circolare l’acqua mentre con un piccolo rastrello si fanno disegni sulla sabbia.

Anche questo è molto importante, il silenzio assoluto ma con i soli suoni della natura, per questo i monaci buddisti meditano in montagna, in città è più difficile ma non sempre impossibile, ci si deve avvalere di una grande forza di volontà per poter stare bene con se stessi.