Origini della cartomanzia in Italia: scoprire se ti ama è possibile

Esistono diverse teorie che cercano di spiegare quale è stata l’origine dei tarocchi e della cartomanzia in generale e perchè, specialmente nel campo dell’amore, si tratta di un qualcosa di tanto popolare: c’è chi sostiene che i tarocchi, come li conosciamo noi oggi, sono nati nell’epoca medievale. Altri invece credono che l’origine dei tarocchi affondano le proprie radici ancora prima nell’antichità.

Cerchiamo ora di stabilire quelle che sono le teorie più accreditate proprio per quanto riguarda la nascita della cartomanzia: in Egitto, i tarocchi sono nati nel XXII secolo a.C, derivavano dai geroglifici del “Libro di Thoth” e sono composti da un alfabeto geroglifico e numerale. In Egitto, i tarocchi erano riservati solamente ai sommi sacerdoti, che erano coloro che esprimevano il sapere universale originario.

In Cina, invece, i tarocchi sono arrivati nell’XXI secolo a.C. E presentavano diverse analogie con lo “I Ching”, un libro che risale a più di 3000 anni fa e che conteneva informazioni sull’antica saggezza cinese. Inoltre, il fatto che le prime carte da gioco siano state inventate proprio in Cina fanno presupporre che proprio questa teoria può essere quella più credibile. Fin dall’inizio l’amore ha rivestito un ruolo fondamentale e, ancora oggi, i tarocchi sono molto usati per scoprire i suoi reali sentimenti.

Un’altra idea che si è sviluppata nel tempo è quella che vede nell’Italia il Paese in cui è nata e diffusa l’arte della cartomanzia. In particolar modo, alcuni sostengono che i tarocchi siano nati nell’Italia del nord, alla corte di Filippo Maria Visconti (duca di Milano) intorno alla prima metà del Quattrocento d.C. Le conferme arrivano dal ritrovamento di numerose carte, dalle tante citazioni presenti all’interno dei documenti e registri di corte di quell’epoca e anche dall’utilizzo dei quattro tipici semi presenti nelle carte italiane “classiche”: bastoni, spade, coppe e denari.

Inoltre, il mazzo più antico tuttora conservato ancora oggi nella Biblioteca dell’Università di Yale è quello “Cary-Yale Visconti”, il cui nome prende ispirazione proprio da quello della famiglia che lo possedeva. Fu realizzato tra il 1440 e il 1450 e fu voluto proprio dallo stesso Filippo Maria Visconti. Di questo mazzo oggi sono rimaste solo 67 carte, di cui 11 sono quelle che riguardano gli Arcani Maggiori (Mago, Imperatore, Imperatrice, Matrimonio, Carro, Fede, Speranza, Carità, Fortezza, Ruota del Destino, Morte, Giudizio e Mondo), 17 carte di corte e 39 numerali.
Queste opere d’arte sono state realizzate e dipinte a mano su lamine d’oro e d’argento: l’oro per i trionfi e le carte di corte, mentre l’argento per le carte numerali.

Un altro mazzo che è arrivato fino ai giorni nostri e che al momento può essere considerato quello più completo fu invece quello di Francesco Sforza, datato 1450. Questo mazzo invece è composto da 74 carte: 20 Trionfi (Matto, Mago, Papa, Papessa, Imperatore, Imperatrice, Matrimonio, Carro, Ruota, Eremita, Traditore, Morte, Giustizia, Giudizio, Sole, Luna, Stelle, Mondo, Fortezza e Temperanza), 15 carte di corte e 39 numerali. I primi 14 trionfi sono stati realizzati da Bonifacio Bembo, mentre gli altri 6 sono stati aggiunto poi successivamente da Antonio da Cicognara. C’è chi sostiene che la carta degli Amanti rappresenti le nozze tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti nel 1441. 24 carte sono presenti all’Accademia Carrara di Bergamo, 35 nella Biblioteca Pierpont-Morgan di New York e le altre 13 fanno parte di una collezione privata.

Infine, c’è un terzo mazzo che è giunto fino ad oggi denominato “Brera-Brambilla Visconti”: 48 carte, di cui 2 Trionfi (Imperatore e Ruota), 7 carte di corte (Re, Regina, Cavaliere di Frecce, Cavaliere e Fante di Coppe, Cavaliere e Fante di Denari) e 39 carte numerali. Questo mazzo è conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano, tranne una che fa parte di una collezione privata.

In Italia, quello dei tarocchi è diventato fin da subito il passatempo preferito da parte della nobiltà, ma anche del popolo e dei sacerdoti. Ma c’era anche chi era contrario a questa pratica, come ad esempio San Bernardino da Siena, che durante una predica ha definito i tarocchi come una creazione degli infedeli. Insomma al di  la delle origini è certo che, ancora oggi, sono tantissime le persone che si fanno leggere le carte per scoprire i reali sentimenti del partner.