L’ex commissario di Expo Giuseppe Sala, candidato sindaco di Milano per il centrosinistra, è impelagato in diversi problemi finanziari legati proprio agli aspetti economici e gestionali di Expo 2015.
Con Expo2015 spa in liquidazione, nonostante le numerose domande sul bilancio definitivo mai accolte, la riconversione del luogo espositivo è diventata un affare di ArExpo, fino a ieri proprietaria solo dei terreni.
Il nuovo socio di maggioranza è lo Stato, che garantirà l’eccezionale somma di 40 milioni di euro, ma anche il comune di Milano dovrà sborsare la sua quota perchè in possesso del 25% della società.
In breve, per rimediare ai buchi di Sala manager e commissario, serviranno i soldi di Sala sindaco con l’aiuto di Renzi, e quindi di denaro pubblico. Il nostro.
Per ora sono giunti a destinazione 16 milioni per garantire il Fast post, cioè una serie di manifestazioni per rendere utilizzabile fin da subito una parte del sito.
Hanno ospitato, prima, un’esposizione internazionale di design curata dalla Triennale, e si proseguirà, poi, con la realizzazione di un orto botanico e di spazi verdi.
Desta qualche preoccupazione, però, lo smantellamento del sito, che dovrebbe terminare a giugno ma, a ben vedere, i lavori sono appena al 40%.
Inoltre, la campagna elettorale non fa altro che rallentare il tutto e ritardare ogni decisione.
Ad accentuare il nervosismo sulla questione, ci pensa l’ipotesi di rendere stabile, o perfino incrementare, la presenza di 100 migranti nell’area del campo base, la cittadella che in passato ospitava gli operai. Per adesso, nulla è confermato.