Il canone Rai in bolletta è l’ultima trovata del governo Renzi per rendere il pagamento obbligatorio per tutti. Dal punto di vista giuridico, è considerata, una norma totalmente sbagliata che potrebbe, quasi sicuramente, scatenare un putiferio. Le polemiche non si placano.
Infatti, questo nuovo meccanismo mischia due ambiti completamente diversi, violando ogni principio di proporzionalità e giustizia. La bolletta della fornitura di energia elettrica, è una tariffa, cioè il corrispettivo per l’erogazione di un servizio di cui abbiamo usufruito.
Il canone Rai, invece, è un imposta nonostante venga spacciato per canone di abbonamento, perchè quando fu istituito nel 1938, lo Stato obbligava a pagare la quota anche a chi viveva nella zone in cui la Rai non arrivava nemmeno. E’ impossibile, quindi, inquadrarlo come la remunerazione di un servizio.
Confondere tariffe per imposte comporta numerosi problemi, tra cui: cosa succede se non si paga? Ci tolgono «legittimamente» la corrente?
Vi è poi l’obbligo, per chi non vuole pagare il canone, di autocertificare, sotto responsabilità penale, di non possedere alcuna televisione. Tutto questo per combattere l’evasione fiscale, dicono. Quindi in Italia, un cittadino può nascondere un castello, svariate auto di lusso e uno yacht, ma non un televisore.
Forse ci si aspettava che il «rivoluzionario» Renzi, si comportasse diversamente. Magari eliminando del tutto quest’imposta sul servizio pubblico televisivo che risale all’epoca del fascismo, e che ancora oggi paghiamo, nonostante ci siano tanti altri canali gratis e più che soddisfacenti.